Prendi la Panda e attaccala alla spina (un’idea per far ripartire l’automotive, e creare posti di lavoro)

Prendi una Panda, trasformala in un’auto elettrica, e fai due conti: percorrere 100 chilometri finisce per costare 2 euro.
Si chiama “REBORN – Trasforma la tua auto” il progetto di Confartigianato che affronta il tema della mobilità elettrica da un punto di vista concreto, con tanto di prototipo, esposto dal 7 all’11 maggio, nel corso della settimana dedicata all’innovazione artigiana, in uno spazio ad hoc allestito all’interno dei 1.800 metri quadri di IMV (Italian Makers Village), lo spazio espositivo multifunzionale di via Tortona dedicato alla valorizzazione delle eccellenze del mondo dell’artigianato. Qui verrà esposta per la prima volta una Fiat Panda in cui è stato sostituito il tradizionale motore endotermico con uno elettrico, mantenendo invariate tutte le funzionalità e dotazioni originarie, a partire dal cambio meccanico, con la stessa gamma di rapporti esistente (prima, seconda…), come se sotto il cofano non fosse cambiato nulla.

Panda old & new

Panda old & new

A farsi notare immediatamente – oltre al risparmio – è invece la differenza del rumore, dato che l’auto in movimento produce un soffio anziché il solito rombo. REBORN nasce dalla collaborazione tra le associazioni provinciali di Treviso e Vicenza e una rete di imprese artigianali dei settori elettromeccanica – autoriparazione. L’obiettivo è sviluppare know how nel campo dei sistemi di trasformazione elettrica di auto usate e sviluppare una rete di autofficine specializzate nell’attività di trasformazione in veicoli elettrici.

Le giornate milanesi consentiranno di rilevare la percezione dei visitatori e dei possibili acquirenti, oltre all’interesse di autoriparatori di altre regioni, futuri trasformatori di auto, con l’obiettivo di ampliare la rete di operatori dal Nordest a tutto lo stivale. Intanto, il Nordest si prepara: di 3.500 autofficine artigiane, circa il 10% è teoricamente pronto, ha seguito corsi di formazione e ottenuto le certificazioni.

Quello che manca è il quadro normativo: in Italia la legge che dovrà disciplinare l’attività di riqualificazione elettrica dei mezzi sta muovendo solo ora i primi passi. Al ministero dei Trasporti Confartigianato Imprese ha portato idee e proposte tecniche provenienti dalle associazioni di Treviso e Vicenza, indirizzate a far si che lo schema di decreto che, a breve potrebbe essere approvato dalla Commissione europea ed entrare in vigore nel prossimo mese di settembre, renda l’attività di riqualificazione facilmente realizzabile sotto il profilo tecnico e soprattutto burocratico, e consenta la creazione di una nuova filiera che possa diventare un modello esportabile anche verso altri Paesi dell’Ue.

Panda REBORN

Panda REBORN

Al momento la situazione di incertezza rende difficile anche parlare di costi: «Solo quando avremo in mano regole chiare si potrà mettere a punto un kit da produrre su scala industriale. Chiaro che la trasformazione in auto elettrica deve essere economicamente conveniente», spiega Severino Dal Bo, presidente gruppo autoriparatori Confartigianato Marca Trevigiana e Veneto. Anche la scarsità di colonnine per la ricarica è un falso problema: «Se non c’è la legge, non ha senso diffondere le ricariche: è un cane che si morde la coda. Un domani, però, questa attività potrebbe rappresentare un volàno di posti di lavoro non solo per le concessionare, ma anche per i produttori di componenti, dal polo vicentino del motore elettrico alle colonnine, in una vera filiera della mobilità».
L’automobilista italiano medio, poi, percorre 30 chilometri al giorni, ben al di sotto dell’autonomia elettrica (di 100, 150 chilometri). «Le auto elettriche hanno raggiunto notevoli livelli di prestazioni, di standard di sicurezza e autonomia, purtroppo però sono molto costose e soffrono anch’esse, pur incontrando il favore di un gruppo sempre più nutrito di automobilisti, della paralisi delle vendite che già da anni si registra in Italia. I trasporti individuali sono il punto più critico del nostro stile di vita per l’impatto che hanno sull’ambiente, sull’economia e sulla salute – precisa Dal Bo – Eppure le tecnologie per la mobilità sostenibile sono disponibili e sono pure vantaggiose anche senza il ricorso a incentivi. Le autofficine possono assumere un ruolo determinante nella promozione e diffusione della mobilità elettrica».

REBORN punta ad assicurare un nuovo impulso economico al mondo dell’auto: la trasformazione dei veicoli tradizionali in auto elettriche avverrà all’interno di una tradizionale autofficina e risponderà alle esigenze di mobilità del singolo automobilista: un’auto su misura. Secondo Luigino Bari, elettromeccanico, componente della Giunta di Confartigianato Vicenza «l’auto elettrica si trova, da un certo punto di vista, nella stessa situazione dei primi computer: ingombranti, costosi, ma intriganti per le opportunità che lasciavano intravedere».