Domande e risposte su Venetex, la nuova moneta complementare del Veneto

Se qualcuno ha fame, ma non ha soldi in tasca, non è che la sua fame scompare: resta lì, inespressa, e tutto il sistema perde qualcosa. Gabriele Littera, presidente di Sardex.net, spiega così le basi del progetto che ha ormai superato i cinque anni di vita, attirando l’attenzione di Commissione europea e dipartimento Sviluppo delle Nazioni Unite, ma anche della London School of Economics. A Mestre ha presentato l’operazione gemella Venetex, avviata in regione da un gruppo di imprenditori dei quali fa parte VeNetWork, la rete specializzata nel rilancio di imprese presieduta da Alberto Baban.

Che cos’è Venetex? È un circuito di credito commerciale, sul modello di Sardex (ma ci sono anche Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania e Umbria), la “moneta complementare” nata in Sardegna nel 2010 e già replicata in altre nove regioni italiane (il Veneto è l’undicesima). Non ci sono euro, ma crediti (ogni credito Venetex vale esattamente un euro), che servono sia a offrire che a pagare beni o servizi.

venetex

La squadra di Venetex

Come funziona? – Le aziende possono avere parte della produzione invenduta, che non trova un mercato, o macchinari sottoutilizzati, mentre chi offre servizi può avere ore libere. Questi beni e servizi possono essere offerti sul circuito. Venetex conta su una rete di persone – uno staff di sei persone con base a Padova – che agevolano l’incontro fra domanda e offerta.

Chi interessa? – Aziende piccole e grandi, professionisti, partite Iva, ma anche attività commerciali, studi, associazioni, cooperative e un domani anche i semplici consumatori. Attraverso un sistema di conti online, potranno finanziarsi reciprocamente senza interessi, trasformare la capacità produttiva inespressa in liquidità supplementare utile a sostenere parte delle spese correnti. Così si può pagare il commercialista o il corriere, ad esempio, come in una camera di compensazione.

Un esempio pratico – Un gommista ha una infiltrazione sul tetto, ma non si fida a ripararla perché teme di trovarsi poi in difficoltà a pagare le tasse o i dipendenti. Può allora cercare una azienda edile iscritta al circuito, che svolga il lavoro in cambio non di denaro, ma di crediti. Sempre sul circuito, ma non direttamente a chi ha eseguito il lavoro (non è un baratto), il gommista offrirà il necessario – dei cambi gomma ad esempio – per compensare debiti e crediti e riportare il sistema in equilibrio.
Quale è il vantaggio? Si sostengono l’economia reale, e strettamente locale: il circuito è regionale, i crediti e debiti sono legati a realtà del territorio che così possono ovviare alla carenza di liquidità.

Ma il Veneto ha aziende internazionalizzate che esportano… – Certo, ma c’è comunque una componente di domanda locale che solo così si può recuperare.

Ogni circuito regionale è autonomo? La chiave è alimentare l’economia territoriale: in realtà sta accadendo che una parte di domanda non trovi soddisfazione in una regione. In quel caso si potrebbero creare delle connessioni: ad esempio aziende venete di costruzione di impianti potrebbero trovare clienti in Sardegna, mentre la Sardegna potrebbe “esportare” pacchetti turistici.

Non c’è il rischio di non essere mai pagati? – No, perché lo staff del circuito verifica che ci siano le condizioni a monte perché ogni debito sia correttamente saldato.

E se gli importi sono consistenti? – E’ possibile pagare una percentuale in crediti Venetex, e una parte in euro. In Sardegna accade così, ad esempio, per le concessionarie di automobili. Fino a mille euro, il pagamento è solo in moneta complementare al 100%.

E’ in contrapposizione con le banche o con l’euro? – No, tanto che sono in corso collaborazioni con la Banca d’Italia e non c’è stata alcuna contestazione. È una proposta alternativa, non distruttiva dell’esistente.

Si può pagare in nero? – Assolutamente no: ogni transazione è regolata come sempre da fattura, cambia solo il modo di pagamento che qui viene riportato. Ogni movimento è regolarmente tracciato.

A che numeri punta Venetex in Veneto? – L’obiettivo è far entrare le prime 500 imprese nel primo anno di operatività. La piattaforma sarà funzionante da maggio.

Tutti possono entrare? – No: non avrebbe senso, ad esempio, che ci fossero dieci agenzie di viaggio della stessa provincia, perché nel circuito non ci sarebbe una domanda sufficiente per questo genere di attività. I gestori calibreranno gli ingressi per dare modo al sistema di funzionare.

Come funziona in Sardegna? – A oggi il circuito conta 3mila iscritti, che si sono scambiati beni e servizi per oltre 50 milioni di euro. Per il 2016 punta a 85 milioni.

Qual è il vantaggio? – Oltre a facilitare le relazioni fra soggetti che operano nello stesso territorio, è una risposta alle difficoltà di accesso al credito (senza interessi, oltretutto).

Quanto costa? – Per entrare nel circuito si paga una quota annuale, che è proporzionale al proprio fatturato.

Informazioni:

 

  • Barbara Ganz |

    Chiedo direttamente alla fonte, grazie, B

  • Carlo Gislon |

    Non mi è ancora chiaro se vanno pagate le tasse sui venetex guadagnati. Se in bilancio mi trovo con 1000 venetex guadagnati e 300 spesi, ipotesi, devo parare le tasse sui 700? E l’iva? Probabilmente non ho capito ancora come funziona. Un chiarimento per favore

  • Barbara Ganz |

    Ho chiesto una risposta direttamente a Venetex, eccola:

    Quello che chiede lo Stato si paga regolarmente in Euro. I bilanci sono in euro e le fatture sono ‘normali’ fatture in euro.
    Già ora una azienda potrebbe pagare una fattura in euro con una prestazione di lavoro o con merce in cambio, non è un sistema che ha inventato Sardex o Venetex.
    Sardex e Venetex hanno solo fatto diventare 2.0 questi meccanismi, già noti, di compensazioni né in merci, consentendole di fare non solo tra due imprese, ma tra migliaia di imprese nello stesso tempo.
    Ma proprio perché lo Sato di euro ne chiede parecchi, e le imprese spesso non spendono come vorrebbero perché a fine mese ci sono le scadenze fiscali, un sistema di scambio in crediti consente di risparmiare gli euro per pagare tasse e dipendenti, e di poter lo stesso acquistare quello di cui c’è bisogno anche senza una disponibilità di liquidità.

    Per questo l’economia nei circuiti di credito commerciale viaggiano 11 volte più velocemente che i circuiti ‘in euro’ dove liquidità ormai ce n’è pochissima.

  • Marco |

    Ma le fatture regolari sono soggette a tassazione?… iva allo stato, denuncia dei redditi..paghiamo in Venetex? Grazie

  • Michela Busana |

    Faccio presente che da qualche tempo in Veneto è già presente la moneta complementare chiamata Venex gestita da collaudate competenze nel campo bancario, legale e amministrativo.

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