In Qatar nuove opportunità
per design, costruzioni e agroalimentare
Il Qatar è un paese dall’economia solida e in forte ascesa: il Pil ha segnato nel 2017 un tasso di crescita del 2,3% accompagnato da una elevata capacità di spesa e dalla prospettiva di grandi iniziative tra cui i Mondiali di calcio del 2022.
Oltre 40 imprese del Trentino hanno partecipato nei giorni scorsi alla tavola rotonda dedicata all’export in questo mercato strategico. I fattori cruciali per l’avvio di nuove relazioni commerciali internazionali sono stati illustrati da Giosefat Riganò, direttore dell’Italian Trade Agency di Doha. L’incontro è stato organizzato da Trentino Sviluppo in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, Confindustria Trento, Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, Federazione Trentina della Cooperazione ed Associazione Trentina per l’Edilizia – Ance Trento.
L’interscambio tra Qatar e l’Italia è stato di 2,35 miliardi nel 2017 ed i beni strumentali e intermedi stanno progressivamente calando in favore dei prodotti di consumo. Questo trend rende i settori dell’agroalimentare, dell’arredo, del design e delle costruzioni sempre più strategici per l’ingresso nel mercato qatariano. Trentino Sviluppo ha scelto quindi di mettere in campo una serie di iniziative: già in programma incoming di operatori economici del Qatar a luglio e la partecipazione di imprese trentine a due fiere internazionali di settore il prossimo novembre a Doha.
Si tratta di un Paese dall’economia solida, con una disoccupazione vicina allo zero e una notevole capacità di spesa. Verso il Qatar il Trentino esporta oggi beni per un valore di circa 4 milioni e 300 mila euro con un alto potenziale di crescita, complici le nuove normative, la prospettiva di grandi eventi tra cui i Mondiali di Calcio nel 2022 e l’interesse verso il “made in Italy”.
Arredo e design, prodotti alimentari ed edilizia sono tre dei settori strategici per il Trentino in termini di export in Qatar.
Unioncamere Veneto incontra il Senegal
Continuano i contatti con le ambasciate in Italia per favorire i rapporti internazionali per le imprese venete. E il Senegal può divenire un interlocutore d’interesse per le imprese venete. Così il presidente di Unioncamere del Veneto e consigliere di Assocamerestero Mario Pozza sull’incontro avuto a Roma con l’ambasciatore del Senegal Seynabou Badiane. All’incontro in ambasciata erano presenti il Segretario Generale di Assocamerestero Nino Esposito e il Presidente della Mutuelle de la solidarite des Senegalais Moussa Fall.
Pozza ha proposto un evento di presentazione del sistema Paese Senegal e delle opportunità che può offrire alle imprese venete, individuando i settori di maggiore interesse. All’incontro, che sarà calendarizzato per i primi di giugno a Treviso, saranno presenti l’ambasciatore Seynabou Badiane, il Ministro economico del Senegal, il direttore della fiera di Dakar e alcuni imprenditori che apporteranno le testimonianze delle loro attività in Senegal
Il frico da passeggio protagonista a New York
Un “frico da passeggio” nella Grande Mela, protagonista l’azienda Savio di Bueriis di Magnano in Riviera. Dal 31 marzo, e fino all’autunno, a New York riapre i battenti Smorgasburg, il più grande mercato all’aperto di cibo in America capace di attirare dalle 20.000 alle 30.000 persone nel fine settimana a Brooklyn. Durante i sabati è il quartiere di Williamsburg a essere il cuore pulsante di questa esposizione, mentre domenica la rassegna si sposta a Prospect Park: cambia la location ma non il risultato, con le pietanze che diventano protagoniste di un colorato mondo dove i sapori sono tutti da scoprire.
Tra le leccornie dello street food, proposte da un centinaio di aziende presenti, ci sarà anche il frico targato Savio, pronto a farsi scoprire e apprezzare ancor di più dai cultori del buon cibo che frequentano il grande mercato all’aperto. Nel contesto di Smorgasburg ci sarà uno stand che preparerà il tipico piatto friulano a base di formaggio e patate, in abbinamento anche ad altri ingredienti di qualità come il prosciutto, le verdure e le salse. Un modo efficace di portare un angolo di Friuli nel cuore di New York e allargare i confini di questa prelibatezza friulana
«Crediamo molto in questa formula e siamo certi che ci darà ottimi riscontri – sottolinea Franco Savio, titolare dell’omonima azienda -, negli Stati Uniti stiamo “seminando” parecchio anche grazie all’impegno di Matteo Rizzo, nostro export manager e coinvolto in primo piano nell’organizzazione della nostra presenza a Smorgasburg. Stiamo lavorando da mesi a questo progetto e siamo fieri di portare lo straordinario sapore del frico in una delle città più importanti del mondo».
Intenso, nell’ultimo anno, è l’operato di Rizzo per “insegnare” ai ristoratori americani che cos’è il frico, nelle sue declinazioni più svariate. «Il rapporto con gli Usa è sempre più forte – spiega ancora Franco Savio -, grazie alla promozione svolta nei locali principali di New York, Chicago e California, oltre che nei negozi specializzati nei formaggi. Senza dimenticare la nostra presenza a Eataly». Anche per far conoscere questo piatto della tradizione friulana, Savio continua nell’impegno con il suo “ambasciatore” negli Usa, lo chef Luca Manfè.
Le corde da musica vicentine
che suonano nel mondo
A Caldogno, comune vicentino di poco più di 11mila anime, 20 anni fa è nata una azienda che ha trovato notorietà in tutto il mondo per la sua particolare produzione: corde per ukulele. Si chiama Aquila Corde Armoniche e ci lavorano 24 persone, di ogni nazionalità, abilissime nella manualità necessaria a questa particolare lavorazione. Tutto ruota intorno al fondatore, Mimmo Peruffo, di origine sarda ma vicentino d’adozione, che ha di fatto rivoluzionato il suono di molti strumenti grazie ad innovative corde. Fra i clienti il masterpiece della vendita delle chitarre acustiche mondiale – l’americana Martin Guitars – ha abbracciato, commissionando decine di migliaia di corde ogni anno.
Da Shanghai a Los Angeles fino a Francoforte, l’azienda di Caldogno partecipa alle principali fiere di settore, e proprio in una di queste occasioni è riuscita nell’impresa di scardinare la concorrenza facendo diventare i competitor dei collaboratori. Oggi Aquila Corde Armoniche, che esporta oltre il 90% della produzione, ha un solo problema, “quello di stare crescendo troppo in fretta”, spiega il fondatore. Qui la storia completa.