Novanta avvocati veneti iscritti al corso di specializzazione anti discriminazioni

Avvocati specializzati nel diritto del lavoro e nel diritto antidiscriminatorio per difendere e affermare la parità tra i sessi nel mondo del lavoro, nella pubblica amministrazione, nei piccoli e grandi contenziosi che si aprono nelle aziende, nella vita sociale o anche in famiglia. 

Questa la finalità corso di formazione e aggiornamento (con crediti) promosso dalla Regione Veneto, dalla Consigliera regionale di parità e dalla rete regionale delle consigliere, insieme al Consiglio nazionale Forense e ai sette ordini provinciali della categoria, iniziato  il 17 ottobre a Venezia, a Palazzo Grandi Stazioni. Sono 90 gli avvocati iscritti,  provenienti dalle sette province venete, che in 7 incontri, tra ottobre e dicembre, approfondiranno i principi costituzionali e i diritti dell’uomo, gli aspetti sostanziali e processuali del licenziamento e della discriminazione di genere, i profili di tutela contro le condotte discriminatorie, i rapporti di lavoro, le esperienze giurisprudenziali, la legge 120/2011 Golfo-Mosca, il linguaggio di genere.

“Vogliamo creare una short-list di avvocate/i specializzati in diritto del lavoro e in diritto antidiscriminatorio  a supporto delle consigliere regionali e delle istituzioni e delle donne che subiscono discriminazioni nell’accesso al mondo del lavoro, nel diritto alla maternità o che sono oggetto di molestie, mobbing e forme di violenza”, ha spiegato Sandra Miotto, consigliera regionale di parità, introducendo la prima delle sette giornate, alla presenza di Ines Maria Luisa Marini, presidente della Corte di Appello di Venezia, della consigliera nazionale di parità Franca Bagni Cipriani e dei rappresentanti di Prefettura, Comune di Venezia e Regione.

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Nella foto: la consigliera nazionale di parità Franca Bagni Cipriani, la consigliera regionale di parità Sandra Miotto e l’avvocato Laura Vittoria de Biasi, coordinatrice della rete della commissioni Pari Opportunità degli Ordini del Triveneto

Il corso, che si concluderà il 12 dicembre, vede tra i relatori magistrati, docenti universitari di diritto, sindacalisti, giudici e ispettori del lavoro, consigliere di parità. Tra gli altri, le docenti universitarie Anna Lorenzetti, Elisabetta Bergamini e Rita Pescatore, i presidenti della Sezione lavoro del Tribunale di Vicenza Gaetano Campo e del Tribunale di Venezia Barbara Bortot, il direttore dell’Ispettorato del Lavoro del Nordest Stefano Marconi, il giudice del tribunale di Venezia Chiara Coppetta Calzavara. Tutti i docenti hanno aderito a titolo gratuito.

In Italia il 19 per cento delle donne non ha un conto corrente personale, una donna su 10 dipende economicamente dal marito o dal padre – ha ricordato  l’avvocato Laura Vittoria De Biasi, coordinatrice della rete della commissioni Pari Opportunità degli Ordini degli avvocati del Triveneto – Nel mondo del lavoro i casi molestie, mobbing, accesso condizionato o dimissioni non volontarie sono fenomeni tutt’altro che marginali. L’88 per cento dei contratti part-time in Veneto riguarda le donne e spesso sono involontari. I riflettori dell’opinione pubblica sono puntati su femminicidi e violenze, ma c’è tutto un retaggio culturale di discriminazione tra i generi che attraversa la nostra società e che continua a permeare comportamenti pubblici e privati, scelte aziendali e professionali. Formare nel mondo forense figure specializzate nella competenza ‘trasversale’ della tutela antidiscriminatoria rappresenta una opportunità preziosa per affrontare in modo corretto ed efficace tante problematiche legate al diritto del lavoro e a quello di famiglia e per affiancare nel modo migliore i soggetti più deboli, nel momento della denuncia”.

“La figura della consigliera di parità è ancora poco conosciuta – ha concluso Sandra Miotto – ha il compito istituzionale di promuovere e controllare l’attuazione dei principi di uguaglianza e pari opportunità tra uomo e donna in ogni situazione, in particolare nel mondo del lavoro. E’ una sentinella e un mediatore, in grado di promuovere processi di conciliazione o di  ricorrere alle vie giudiziarie nei casi più gravi. Per questo la collaborazione con i ‘tecnici’ del diritto risulta fondamentale: ci aiuteranno a rendere più efficaci ed incisive le azioni di tutela e di contrasto alle discriminazioni e a promuovere nei casi singoli o collettivi la cultura di parità”.