Qui di seguito trovate le notizie, solo da fonti ufficiali (Regioni, Comuni, associazioni di categoria), utili alle imprese che affrontano l’emergenza legata al Coronavirus a Nordest.
Slitta l’Irap in Friuli VG
La scadenza per il pagamento della prima rata dell’Irap da parte delle imprese del Friuli Venezia Giulia sarà posticipata dal 30 giugno al 30 settembre, in modo da garantire liquidità alle imprese per proseguire l’attività nonostante le difficoltà create dalla diffusione del coronavirus.
Lo prevede il provvedimento della Giunta regionale inserito nel maxiemendamento alla legge SviluppoImpresa (ddl 80/2020), che oggi 3 marzo ha iniziato l’iter di approvazione da parte del Consiglio regionale. Attraverso questo emendamento, che si aggiunge al pacchetto di iniziative concordate con il sistema bancario del Friuli Venezia Giulia, la Regione vuole venire incontro alle esigenze degli operatori economici aiutandoli a superare l’attuale momento d’incertezza. L’amministrazione interviene quindi su un’imposta che viene calcolata sul valore della produzione, posticipandola di tre mesi, al fine di dare una boccata d’ossigeno alle aziende.
La Regione continuerà, inoltre, il dialogo avviato con il Governo per ottenere l’estensione anche alle zone gialle, tra cui il Friuli Venezia Giulia, delle misure attualmente previste per quelle rosse, a partire della sospensione dei mutui.
Lo stesso documento comprende anche un provvedimento a sostegno delle realtà che organizzano eventi strutturali, alcuni dei quali quest’anno sono stati annullati in seguito alle misure di contenimento del coronavirus. Tali provvedimenti si sommano all’inserimento in norma di 25 milioni di euro di finanziamenti agevolati a valere sulle sezioni anticrisi per imprese in difficoltà a causa dall’emergenza coronavirus in deroga al principio del ‘de minimis’. Nello specifico sono stati messi a disposizione delle aziende 14 milioni di euro nelle Sezioni per gli interventi anticrisi a favore delle imprese commerciali, turistiche e di servizio e di 2,3 milioni di euro per quelle artigiane e a sostegno delle attività produttive.
Banca MediocreditoFVG potrà concedere finanziamenti di importo o durata temporale limitata a tasso fisso dell’uno per cento, senza l’acquisizione di garanzie, così da accelerare l’iter di sostegno alle aziende del Friuli Venezia Giulia. Inoltre, in caso di necessità i fondi a disposizione per quest’azione potranno essere implementati attingendo alle risorse destinate agli altri fondi di rotazione amministrati dal Frie.
Il documento assegna quindi 4 milioni di euro ai Confidi per la concessione di garanzie alle imprese, che si sommano ai 3,6 milioni di euro già stanziati per fronteggiare le crisi creditizie e che saranno ora destinate anche a sostenere le imprese coinvolte dalla situazione generata dal Covid-19.
Verranno infine ‘congelate’ le rate sui fondi di rotazione. Le imprese mutuatarie danneggiate potranno infatti ottenere la sospensione per un anno del pagamento della quota capitale delle rate in scadenza di qualsiasi finanziamento agevolato concesso a valere sui fondi di rotazione amministrati dal Frie.
Attenti alle truffe digitali
Mail che mettono in guardia sul dilagare del Covid-19 infettate con un virus informatico truffaldino: in altre circostanze potrebbe anche far sorridere non foss’altro che gli avvoltoi della rete, in questo caso, fanno leva su uno stato d’animo collettivo già particolarmente provato da una drammatica vicenda. Di queste comunicazioni ne sono pervenute alcune anche nella sede di Pordenone di Confindustria Alto Adriatico che ha subito attivato le contromisure allertando il personale ed evitando così l’innesco di un’epidemia digitale.
Il testo, firmato da tale – ed inesistente – Penelope Marchetti dell’OMS, diceva tra l’altro che «a causa del fatto che nella sua zona sono documentati casi di infezione dal coronavirus, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha preparato un documento che comprende tutte le precauzioni necessarie contro l’infezione dal coronavirus. Le consigliamo vivamente – aggiunge la sedicente collaboratrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – di leggere il documento allegato a questo messaggio!».
Meglio non farlo, è il consiglio: aprirlo significherebbe “infettarsi”.
In Trentino sostiene il turismo
Tutte le aziende del settore turismo del Trentino potranno accedere da subito al Fondo di solidarietà per fare fronte al calo di attività, servizi e prenotazioni del mercato a seguito dell’emergenza Coronavirus. Nella mattinata di lunedì 2 marzo, gli assessori provinciali al Turismo e allo Sviluppo economico hanno convocato un tavolo operativo con i rappresentanti del turismo della provincia per definire nel dettaglio la procedura da seguire per accedere all’assegno ordinario di integrazione e tutelare così, in questa prima fase, i dipendenti del ricettivo, dei bar e ristoranti, della agenzie viaggi, degli impianti a fune, del commercio, dei servizi e del trasporto.
Alla riunione, oltre al Presidente del Fondo di solidarietà, hanno partecipato le associazioni degli albergatori (Unat e Asat), le Aziende di promozione turistica, l’associazione degli impianti funiviari, i sindacati, l’ente bilaterale del turismo, Confesercenti, Confcommercio, Inps e Trentino Marketing. Soddisfatti al termine dell’incontro agli operatori economici: “E’ importante – ha sottolineato Gianni Battaiola, presidente Asat – fornire alle aziende delle informazioni certe sull’accesso immediato al fondo, così da garantire l’operatività ad un settore strategico dell’economia trentina”. Sul versante occupazionale, la riunione di oggi ha dato una risposta anche al sindacato: “La situazione – ha ribadito Paola Bassetti, Filcams Cgil del Trentino, in linea con Battaiola – richiede interventi immediati e, soprattutto, coordinati tra loro, così da evitare situazione differenziate sul territorio provinciale”.
Al Fondo di solidarietà del Trentino aderiscono circa 8.700 aziende trentine per circa 54mila tra lavoratrici e lavoratori. Di fatto il Fondo permette l’accesso alla cassa integrazione ai dipendenti di datori di lavoro privati, a prescindere dalla consistenza dell’organico, che occupano almeno il 75% dei propri dipendenti in unità produttive insediate sul territorio della provincia di Trento, per lo più di settori quali il commercio, il turismo ed i servizi. Sono destinatari i lavoratori di tali settori oltre a quelli degli impianti a fune.
Il Fondo garantisce un assegno ordinario di integrazione salariale nei limiti stabiliti dal decreto istitutivo (massimo 13 settimane) per i dipendenti di aziende che sospendono l’attività «in relazione a causali previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria, ad esclusione delle intemperie stagionali».
– Il Fondo e l’emergenza Coronavirus.
Nello specifico dell’emergenza sanitaria legata alla possibile diffusione anche in Trentino della sindrome Covid-19 (Coronavirus), l’attivazione del Fondo può avvenire per due differenti motivazioni:
1. la sospensione o la riduzione di attività in forza di un’ordinanza della Pubblica autorità;
2. il calo di lavoro o di commesse e la crisi di mercato.
Nel caso dell’emergenza Coronavirus, il settore turistico – come hanno confermato gli stessi rappresentanti del tavolo, indicando gli effetti – ha subito il calo degli arrivi e/o fatturato o la disdetta di prenotazioni nelle aree del turismo invernale. Questo potrebbe indurre alcune aziende del settore ricettivo, della ristorazione, degli impianti a fune a sospendere dal lavoro tutti o in parte i propri addetti.
– La procedura da seguire.
Il risultato concreto della riunione odierna è la definizione della procedura.
Le aziende che decidono di ridurre l’orario di lavoro o rinunciare alle prestazioni di alcuni dipendenti per di calo commesse, procedono subito a tale riduzione, avviano una procedura di comunicazione ai sindacati e attivano entro 15 giorni per via telematica la domanda all’Inps, allegando la relazione che attesta la situazione di “Mancanza di lavoro/commesse”.
Il datore di lavoro anticipa l’assegno ordinario di integrazione salariale fino all’80% della retribuzione (la quota sarà poi a carico del Fondo), andando poi, una volta ottenuta l’autorizzazione dal Fondo, in compensazione sui futuri versamenti Inps.
– I beneficiari.
La domanda di integrazione salariale può riguardare i lavoratori assunti a termine e stagionali che abbiano maturato almeno 30 giorni di contributi nel settore nell’ultimo anno.
Il Veneto posticipa
le scadenze dei bandi Psr
A seguito dell’emergenza coronavirus la Regione Veneto proroga di ulteriori 14 giorni le scadenze dei bandi del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 deliberati il 23 dicembre scorso, che mettono a disposizione delle imprese agricole e della sostenibilità del settore primario oltre 91 milioni di euro. Ne dà notizia l’assessore all’Agricoltura che oggi ha sottoposto all’approvazione della Giunta il provvedimento di proroga per posticipare di due settimane i termini inizialmente previsti al 10 marzo, il 9 aprile e il 24 aprile, a seconda del tipo di intervento.
“Alcune delle misure adottate dal Consiglio dei ministri riguardanti i Comuni della ‘zona rossa’ quali la sospensione dell’attività degli uffici pubblici, delle attività lavorative delle imprese e dei servizi di trasporto – spiega l’assessore all’agricoltura – possono interferire o impedire lo svolgimento di alcune attività propedeutiche necessarie alla predisposizione delle domande di sostegno e dei relativi progetti a valere sui bandi approvati il 23 dicembre scorso con le delibere n. 1941 e n. 1942. Attività che spesso non sono gestibili in modalità “a distanza” come l’acquisizione di consulenze e lo svolgimento di briefing interdisciplinari, la presentazione di taluni documenti riguardanti l’iter di rilascio di autorizzazioni o permessi e il completamento delle relative istruttorie tecnico-amministrative, l’acquisizione di preventivi di spesa per attrezzature o impianti realizzati a misura del richiedente”.
“Al fine di evitare che tali interferenze possano impedire la partecipazione ai bandi appare opportuno prorogare di 14 giorni i termini per la presentazione delle domande di sostegno sui tipi di intervento del Programma di sviluppo rurale 2014-2020”, sottolinea l’assessore.
Qualora le misure emergenziali vengano ulteriormente prorogate dalle autorità nazionali o regionali competenti sulla gestione dell’ emergenza epidemiologica, la Regione Veneto ha incaricato il direttore dell’Autorità di gestione Feasr e Foreste a provvedere con proprio atto all’ulteriore congruente proroga dei termini dei bandi.
Sostegno al turismo dello sci
Prosegue la campagna che la Regione, attraverso PromoTurismoFVG, ha avviato, fin dalla scorsa settimana, per contenere gli effetti dell’emergenza Coronavirus sul comparto turistico.
L’ente di promozione e gestione del turismo regionale, a supporto degli operatori, lancia un’iniziativa a favore della montagna con promozioni sugli skipass per chi decide di dormire in Friuli Venezia Giulia. Attraverso gli alberghi e gli operatori aderenti ai Consorzi e alle reti di impresa, saranno attivati pacchetti turistici che consentiranno di sciare gratis a chi pernotta. I dettagli delle offerte sono consultabili da domani sul sito www.turismofvg.it.
L’iniziativa sarà supportata da una campagna di comunicazione su radio nazionali e locali, nonchè sui social media, che andrà in onda già dalle prossime ore.
Parallelamente, PromoTurismoFVG continuerà a veicolare il claim “Fvg aperto per vacanza”, declinando i 19 buoni motivi per visitare il Friuli Venezia Giulia, tra cui le sue città d’arte, i siti Unesco, la montagna, il mare di Grado e Lignano, le Dolomiti e il Collio, San Daniele e Montasio.
L’obiettivo della campagna intende sottolineare che solo scuole e università restano chiuse per limitare i rischi del contagio, mentre imprese commerciali, bar e ristoranti, musei, teatri, cinema, eventi sportivi e offerte culturali hanno mantenuto o ripreso la normale attività.
Tutto il Nord zona rossa
“Lasciando da parte l’aspetto sanitario, tutto il nord Italia è zona rossa economica e come tale va trattato. Noi non chiediamo aiuto solo per il Veneto. Se si ferma l’economia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna significa che si ferma l’intero Paese. È il momento di ragionare in maniera unitaria, di raccogliere le istanze e di portarle al Governo, perché siano presi provvedimenti per rimettere in moto il nostro sistema economico. Una soluzione immediata c’è. Ci sono 83 miliardi di opere pubbliche ferme per pastoie burocratiche. Per rilanciare la nostra economia basta farle partire”.
Così ha esordito l’assessore regionale allo Sviluppo economico ed energia del Veneto lunedì 2 marzo in apertura del Tavolo di concertazione delle categorie economiche, allargato per l’occasione ai principali enti fieristici del Veneto, che ha visto riuniti tutti i rappresentanti del mondo dell’economia veneta.
“Abbiamo voluto questo tavolo per dare un segnale e per raccogliere le istanze del nostro mondo economico alla luce delle conseguenze del Coronavirus – ha sottolineato l’assessore – la presenza di tutti è già un forte segnale di coesione e attenzione. Ho apprezzato la presenza e gli interventi di ciascun presidente di categoria. I contributi forniti ci permettono di avere un quadro preciso della situazione. Ad esempio, tutti ci hanno chiesto una campagna comunicativa unitaria di rilancio. Raccoglieremo le richieste e tutti i dati per predisporre un documento che il Presidente della Regione del Veneto porterà al Governo nei prossimi giorni. Le moratorie non bastano, serve liquidità alle nostre imprese per ripartire e a questo punteremo”.
“L’auspicio è che tale documento possa essere condiviso con le altre Regioni, Lombardia ed Emilia Romagna – ribadisce l’assessore regionale allo sviluppo economico – perché quel che è chiaro è che questa è una situazione che va affrontata in maniera unitaria”.
L’assessore, infine, ha annunciato che nei prossimi giorni verrà messo in agenda un incontro con i rappresentanti del mondo delle banche. “Convocheremo gli istituti di credito – ha puntualizzato l’assessore – perché serve che le banche abbiano un atteggiamento adeguato alla situazione: le imprese devono essere supportate dalle banche per rimettersi in piedi”.
“La Regione ha già attivato la sezione speciale presso il fondo centrale di garanzia per aumentare la possibilità di fare credito alle imprese – conclude l’assessore allo sviluppo economico del Veneto – oltre a convocare le banche, stiamo ragionando sull’attivazione di contributi a fondo perduto. Faremo tutto quanto ci è possibile come Regione a sostegno delle nostre imprese. Ma è chiaro che per risollevare l’economia del Nord serve un impegno significativo da parte del Governo e della Commissione Europea”.
Il Veneto per le categorie economiche
L’Assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato ha incontrato i rappresentanti delle categorie economiche. Presente al tavolo anche Confindustria Veneto e il presidente Enrico Carraro.
«E’ stata – ha commentato a fine incontro Carraro – è stata una riunione operativa, in cui abbiamo portato al tavolo della Regione le istanze del sistema produttivo veneto, affinché questa se ne faccia portavoce al tavolo del Governo per la definizione delle nuove misure. Ci sono urgenze peculiari a ciascun settore, che vive questa emergenza con criticità diverse che vanno affrontate in maniera mirata. Ringraziamo l’assessore Marcato dell’immediata disponibilità ad ascoltarci».
Prosegue Carraro: «Prendiamo atto delle misure di contenimento del contagio deliberate dal Governo, in accordo con le Regioni, nella speranza che presto potremo misurarne gli effetti. Assieme agli aspetti sanitari è necessario predisporre un piano strutturale di aiuti all’economia, che guardi al medio-lungo periodo, perché questa crisi colpisce la nostra “reputazione paese” e non si risolverà da sola.»
«Ci vengono segnalati – conclude il presidente degli industriali veneti – numerosi problemi dai nostri associati. Si tratta di preoccupazioni legittime ma siamo tutti occupati nel garantire la continuità delle nostre imprese. Le aziende venete stanno lavorando, sono attive e in grado di far fronte agli impegni presi. Questo è un messaggio che deve passare forte e chiaro. In questi giorni c’è stato un evidente rallentamento della presenza di buyer dall’estero e difficoltà rispetto alla partecipazione a fiere, ma questo non ci fermerà. I mercati internazionali conoscono l’innovazione e la qualità propria dei nostri prodotti, e dobbiamo fare ancora di più come Veneto e come Italia per non perdere quote di mercato».
Tra punti prioritari portati al tavolo:
- Fornire una comunicazione a cittadini e imprese assolutamente univoca chiara ed uniforme sull’attuazione delle misure restrittive.
- Contrastare il propagarsi di un pericoloso clima di psicosi, attraverso una campagna di comunicazione rivolta all’estero per rassicurare in merito alla gestione della situazione ed evitare che il Veneto sia considerato un territorio a rischio.
- Intervento deciso sugli ammortizzatori sociali (che nel turismo non sono previsti) non solo per le zone rosse ma per tutta l’area regionale.
- Garantire le condizioni affinché l’attività economica possa svolgersi nel modo più normale e continuo possibile nelle zone non rientranti nei comuni della zona rossa, fornendo alle imprese un vademecum di raccomandazioni che preveda un doppio livello: uno obbligatorio con misure essenziali ed un altro discrezionale con misure aggiuntive tratte dalle buone prassi in funzione delle tipologie produttive ed esigenze specifiche (perimetro di business, localizzazione, ecc.)
- Definizione di misure condivise per attutire i danni che l’emergenza provocherà al sistema produttivo veneto, già colpito dalla situazione internazionale, in termini di costi (ordinativi, fatturato, lavoro), con particolare riferimento allo stanziamento di risorse per la cassa integrazione ordinaria e in deroga. Relativamente a questo aspetto parrebbe opportuno che gli ammortizzatori sociali venissero gestiti quanto più possibile a livello regionale, magari con una cabina di regia inter-assessoriale.
- Prevedere una chiara e tassativa definizione di “causa di forza maggiore” permettendo così alle imprese al di fuori della zona rossa di interpretare in modo univoco le clausole contrattuali, e di attivare le eventuali garanzie assicurative.
Tavolo di crisi per il turismo Fvg
La Regione Friuli VG, su iniziativa dell’assessore alle Attività produttive e Turismo, ha deciso di istituire un tavolo di crisi con tutti i rappresentanti delle categorie turistiche.
È la prima e più urgente proposta emersa dall’incontro, a Udine, tra l’assessore e i rappresentanti delle associazioni economiche afferenti al turismo e commercio per analizzare l’impatto dell’emergenza Coronavirus sul settore e studiare l’attivazione immediata di misure economiche di contrasto, in aggiunta a quelle che verranno inserite nel ddl SviluppoImpresa.
Attualmente gli albergatori registrano annullamenti delle prenotazioni tra l’80 e il 95 per cento. Per Federalberghi Trieste le cancellazioni ad oggi hanno causato una perdita di 1,5 milioni di fatturato che, proiettata sul mese di marzo, porta a stimare il taglio degli incassi in 6 milioni di euro. A Lignano e Grado l’annullamento delle prenotazioni riguarda principalmente il mese di marzo, ma si teme che – in assenza di un rientro dell’emergenza entro due settimane – le disdette possano incidere anche sulla stagione estiva.
Il rappresentante dell’Esecutivo ha ribadito i contenuti del maxi emendamento al ddl SviluppoImpresa che includerà 14 milioni di euro per interventi anticrisi a favore delle imprese commerciali, turistiche e di servizio.
La Regione ha inoltre confermato che al tavolo di crisi, la cui prossima riunione si terrà all’inizio della prossima settimana, verranno prese in considerazioni anche eventuali ulteriori istanze provenienti dal settore.
Liberare le merci agricole dalla paura
‘Liberare’ le merci e i prodotti agricoli dalla paura ‘surreale’ del coronavirus rilanciando la sicurezza e la qualità dell’intera filiera agroalimentare del ‘made in Veneto’ e reperire manodopera stagionale per non fermare le attività sui campi e la raccolta di asparagi, fragole, ortaggi di serra, ciliegie: sono queste le prime richieste del Tavolo Verde della Regione Veneto, convocato dall’assessore all’Agricoltura, per formulare al presidente del Veneto e al Governo la graduatoria degli interventi normativi ed economici che possano aiutare il settore agroalimentare a fronteggiare la crisi generata dall’emergenza Covid-19.
Al tavolo hanno preso parte i presidenti regionali di Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Agriveneto, Confcooperative, Legacoop, insieme ai referenti padovani delle associazioni agricole, per un focus specifico anche sull’area di Vo’ e dei Colli Euganei.
“Agriturismi e ristoranti dei Colli al momento sono i più colpiti da ordinanze di blocco e disdette. Calcoliamo che non sono solo le 164 aziende agricole di Vò a pagare il prezzo del coronavirus, è l’intera filiera agroalimentare dell’area euganea ad essere entrata in sofferenza a causa dei timori ingiustificati sulla sicurezza dei prodotti – dichiara l’assessore – Il comparto agricolo del Veneto con un’unica voce difende la sicurezza dei propri prodotti agricoli e chiede di essere tutelato da un danno di immagine che ha già decurtato il valore della produzione lorda per un valore stimato del 30 per cento: eppure il Covid 19 non si tramette certo bevendo una bottiglia di vino o mangiando un pezzo di grana. Il Ministero della Salute (con le due Direzioni generali della sanità animale e per l’igiene e la sicurezza degli alimenti) è intervenuto proprio oggi con un proprio documento indirizzato a Regioni, Prefetture, associazioni di categoria e ordini professionali per specificare che il Covid 19 non si trasmette con gli alimenti né dagli animali domestici all’uomo e per assicurare continuità all’attività veterinaria. Chiediamo quindi al più presto una massiccia campagna promozionale sui mercati nazionali e internazionali per i prodotti ‘made in Italy’ e ‘Made in Veneto’ per tranquillizzare i cittadini, contrastare la concorrenza sleale e valorizzare l’attrattività delle nostre terre e dei nostri prodotti. Il crollo delle presenze turistiche ha pesanti ripercussioni sulla filiera alimentare: se si calcola che la spesa alimentare di ogni turista è di circa 32 euro al giorno, i mancati introiti per la filiera agroalimentare veneta valgono potenzialmente 43 milioni di euro al mese”.
Oltre al rilancio dell’immagine del ‘food’ nazionale, l’altro aspetto da affrontare è la carenza di manodopera stagionale: romeni e polacchi non possono più arrivare nel Nord Italia, bloccati dal rischio quarantena. L’assessore all’Agricoltura, d’intesa con il Tavolo Verde, chiede di reintrodurre nel settore agricolo i voucher semplificati, in modo di poter far partire le raccolte di asparagi, fragole ciliegie e assicurare continuità ai lavori stagionali nei filari e nelle serre. “Penso a studenti, disoccupati, pensionati, lavoratori stagionali di altri comparti – commenta l’assessore – Poter regolarizzare con i voucher la loro prestazione d’opera in agricoltura può rappresentare una utile integrazione al reddito e una risorsa importante per la continuità delle nostre produzioni”.
Osservazioni e richieste del Tavolo Verde sono confluite in un documento unico di proposte, ora all’esame del presidente della Regione che se ne farà interprete con il Governo
Queste le richieste prioritarie:
- Riconoscimento ed indennizzo al 100% dei danni diretti subiti dalle 164 aziende agricole nella ‘zona rossa’. L’indotto vinicolo e oleicolo nell’area dei Colli Euganei ammonta a circa 30 milioni di euro, cifra che sale a 42 milioni se si calcolano anche le altre attività del settore primario.
- Riconoscimento ed indennizzo dei danni indiretti subiti dalle oltre 70 mila aziende agricole venete, per effetto delle Ordinanze di prevenzione contro la diffusione del virus.
- Attivazione di misure a sostegno degli agriturismi, il settore attualmente più colpito, anche nelle sue funzioni didattiche e sociali. In Veneto gli agriturismi sono circa 1.450 e generano un valore di 83 milioni di euro di fatturato. Nella zona rossa gli agriturismi sono oltre una ventina: calcolando una media di 40 euro a pernottamento e di 30 euro a pasto, i mancati introiti ammontano a circa 100 mila euro al mese. Su scala regionale le disdette determinano mancati introiti calcolabili in 6,9 milioni di euro al mese.
- Riconoscimento della cassa integrazione anche per i lavoratori stagionali.
- Estensione delle regole per l’utilizzo dei voucher semplificati in ambito agricolo.
- Proroghe dei mutui, sospensione delle cartelle esattoriali, proroghe dei bandi e delle scadenze di rinnovo dei ‘patentini’ per le attività agricole e anticipo dei pagamenti della Pac per le aziende in ‘zona rossa’.
- Vigilanza sulle speculazioni dei prezzi
- Attivazione di una campagna nazionale ed internazionale per la promozione del ‘Made in Veneto’, con focus sulla ‘zona rossa’.
Coldiretti, perdita da 50 milioni al mese
Perdite calcolate fino a 50milioni di euro al mese. E’ quanto rileva Coldiretti Veneto al Tavolo Verde convocato a Mestre. Daniele Salvagno e Tino Arosio rispettivamente presidente e direttore regionali, nonché Massimo Bressan presidente provinciale di Coldiretti Padova hanno comunicato all’Assessore all’agricoltura Giuseppe Pan che la cifra interessa l’intero settore agroalimentare veneto con una concentrazione particolare nell’area rossa dove circa 200 aziende agricole coltivano 600 ettari vocati alla viticoltura e olivicoltura con un indotto turistico notevole.
I numeri fanno riferimento all’azzeramento della clientela negli agriturismi, cosi come registrato per le altre strutture ricettive, e alla mancata fornitura di prodotti del territorio per la ristorazione, soggiorni, pernottamenti, campeggi e tutto quanto inerente all’indotto turistico del Veneto che conta più di 60 milioni di presenze annuali.
Per superare l’impasse legato alla carenza di manodopera straniera nei campi, richiamata nei Paesi d’origine per la psicosi, in piena stagione di raccolta avviata, Coldiretti ha chiesto di ripristinare forme semplificate di voucher lavorativi per l’impiego di pensionati, studenti e inoccupati.
Per riprendere le attività servono misure che ridiano fiducia nei consumatori e tra i turisti. Coldiretti ha attivato attraverso i social #lacampagnanonsiferma animando con post e video interpretati dagli stessi agricoltori facebook, instagram, twitter per sostenere il Made in Italy e combattere il proliferare di false informazioni.
Intese con i sindacati
Le Segreterie Territoriali di CGIL CISL E UIL hanno incontrato il presidente di CONFINDUSTRIA ALTO ADRIATICO Michelangelo Agrusti e il direttore operativo Giuseppe Del Col per un’analisi sull’impatto dell’emergenza sanitaria collegata al Coronavirus sulle aziende e sul territorio Pordenonese. Tanto il Presidente quanto le Segreterie Sindacali hanno condiviso sull’opportunità che ci si attenga da parte delle imprese e dei lavoratori alle misure precauzionali disposte dalle Autorità per limitare le possibilità di contagio.
Nell’ambito del confronto che si è sviluppato le Parti hanno convenuto sulla necessità che vengano seguite in tutte le attività industriali, delle procedure tanto sanitarie quanto organizzative analoghe.
In tal modo potranno essere estese, il più ordinatamente possibile, le migliori prassi per garantire comportamenti uniformi e coerenti con le indicazioni degli Organi competenti.
Per supportare tale percorso il presidente Agrusti ha precisato come le Imprese possano contare, già dalla scorsa settimana, dei suggerimenti e delle consulenze di un servizio ad hoc messo in campo da CONFINDUSTRIA ALTO ADRIATICO. I sindacati hanno confermato la disponibilità e l’interesse a collaborare con le imprese per cercare di promuovere gli interventi precauzionali all’interno delle fabbriche.
Per rendere effettiva tale volontà partecipativa hanno rivolto l’invito alle Imprese, raccolto da CONFINDUSTRIA ALTO ADRIATICO, a coinvolgere e concordare maggiormente le R.S.U. per la condivisione delle iniziative adottate per la prevenzione. Nel contempo si è congiuntamente auspicato, che vengano coordinate e declinate, dalle Istituzioni sia nazionali che regionali, le procedure da seguire nel caso in cui venissero segnalate delle situazioni di criticità nelle aziende.
Nei casi di specie, infatti, le parti ritengono necessario da un lato che vengano adottate tutte le misure per evitare la diffusione del virus dall’altro che vengano predisposte delle direttive che preservino la continuità produttiva ed occupazionale. Le Segreterie sindacali e la Confindustria hanno inoltre auspicato che vengano individuati al più presto i provvedimenti necessari in termini di ammortizzatori sociali e sostegno alle imprese affinché si evitino pesanti ricadute sul reddito dei lavoratori e sulla economia della nostra regione.
L’incontro, infine è stato occasione per fare il punto sulle condizioni dell’industria locale dopo la prima settimana di emergenza.
Le iniziative prese da altri Paesi sulla mobilità delle persone e quindi anche dei tecnici e dei manager delle imprese italiane, le prime difficoltà negli approvvigionamenti di componenti di origine Cinese, il generale abbassamento della domanda tanto dei mercati nazionali che di quelli esteri avranno secondo l’opinione espressa da Agrusti delle conseguenze tali da rendere necessari degli interventi legislativi speciali a sostegno dell’Industria e della economia; in tal senso l’esperienza vissuta in Friuli Venezia Giulia in occasione di tragici eventi come il terremoto può essere sicuramente un esempio cui fare riferimento.
Le richieste del legno arredo
Fronteggiare e non subire la situazione con azione concrete e immediate,dimostrando la compattezza di un settore che vuole andare avanti. Questo il messaggio lanciato all’unanimità dal Cda del Cluster, riunitosi martedì pomeriggio a Buttrio e Brugnera, affinché la politica regionale medi con il governo nazionale su alcune proposte fondamentali da girare all’Europa.
1) Innalzare la soglia del de minimis dai 200.000 € ai 500.000 € sui tre anni
“E’ una partita importante – spiega il presidente del Cluster Franco di Fonzo – perché può incidere non solo sul breve, ma anche sul medio termine, essendoci bandi in uscita su tematiche che riguardano la promozione, l’innovazione, lo sviluppo internazionale dei quale potrebbe beneficiare immediatamente l’intero sistema”. Oltre a quanto chiesto dalle categorie, è bene utilizzare strumenti che già esistono, riducendo così i tempi della burocrazia e ampliando l’attività e l’incisività in termini di volume contributivo. “Sono numerose le imprese con il de minimis quasi saturo – prosegue di Fonzo -. Serve pertanto una forte azione politica di collegamento a livello nazionale tra le regioni più colpite per chiedere a Bruxelles questa deroga, concessa già nel 2009 dopo l’anno horribilis che colpì la nostra economia”.
2) Credito di imposta per eventi e Fiere
Il sistema deve sostenere un percorso di rinnovamento e valorizzazione dell’immagine delle imprese del settore. L’arredo in particolare investe decine di milioni di euro l’anno in fiere ed eventi internazionali. “Il Salone di Milano spostato a giugno è uno degli eventi più significativi i cui ritorni, purtroppo, ora si teme che non saranno importanti, con un rischio di danno per le imprese. Ma non esserci – sottolinea il direttore del Cluster Carlo Piemonte – significa non credere nella ripartenza del sistema Italia, cosa di cui invece il settore Legno Arredo Fvg vuole essere parte integrante. Si chiede pertanto alla Regione di prevedere una forma di credito d’imposta a valere su normativa già esistente includendo una serie di azioni che per il settore sono strategiche, fiere e eventi internazionali in primis”.
3) Comunicare che la regione è vitale
Oltre alle azioni di valorizzazione del turismo regionale, fondamentali e doverose, è importante prevedere delle forme di sinergia con il settore manifatturiero per comunicare che la regione è sicura, viva e pronta ad accettare le sfide che ogni giorno vengono proposte. “Bisogna dimostrare di essere compatti e concreti – riferisce di Fonzo -, nelle nostre aziende nulla è cambiato rispetto a due settimane fa. A chi teme che all’estero non si riesca a consegnare in tempo, rispondiamo che la filiera nella nostra regione è seria e corta. Tranquillizziamo sui tempi di consegna, sono paure immotivate”.
4) 15 reti che valgono 3 milioni di euro di iniziative
Il Cluster sta anche lavorando intensamente sull’attivazione di due servizi innovativi da mettere a disposizione delle imprese per limitare i danni e la diffidenza che l’allarme coronavirus ha creato. “Contiamo nel giro di 10 giorni di riuscire ad attivarle grazie ad uno staff interno motivato e determinato nel continuare a dare un supporto costante alle imprese della nostra regione annuncia Piemonte -. Abbiamo inoltre appena completato con la nostra società Icide un percorso di accompagnamento di ben 65 imprese nei bandi di rete che la Regione ha messo a disposizione, dimostrazione tangibile che tale tipo di strumenti sono voluti e richiesti a gran voce dal sistema economico. Infatti, nonostante il periodo e la situazione di emergenza, tutte le aziende che avevano intrapreso questo percorso hanno voluto portarlo a compimento ieri, perché credono che fare sistema e investire nella propria azienda sia fondamentale. Basti pensare i progetti messi in campo da queste 15 reti valgono oltre 3 milioni di euro, un volano incredibile per l’economia”.
Generali Italia e Alleanza,
nuove coperture assicurative
Anche le assicurazioni stanno studiando nuovi prodotti (e questo è un esempio).
Generali Italia e Alleanza Assicurazioni lanciano – in tutta Italia senza limiti territoriali – i primi nuovi servizi e garanzie per le famiglie e le imprese per affrontare il Covid-19 e avviano una campagna di informazione capillare rivolta a tutti i clienti per far conoscere servizi e garanzie, già presenti nelle polizze, utili per tutelarsi in questo contesto.
Per tutti i clienti di Generali Italia, che hanno sottoscritto Immagina Benessere – nella soluzione che prevede l’indennizzo forfettario per intervento chirurgico – in caso di ricovero in terapia intensiva, all’esito di accertata diagnosi da Covid-19, sarà riconosciuto un indennizzo pari al 10% del capitale assicurato. Lo stesso servizio è offerto dalla soluzione Grandi Cure della polizza Semplice di Alleanza Assicurazioni. Inoltre, per le diagnosi accertate da Covid-19, le due Compagnie offriranno la diaria giornaliera per ricovero ospedaliero e convalescenza.
Alleanza Assicurazioni estenderà l’età massima assicurabile per la copertura malattia dagli attuali 65 anni a 75 anni, come previsto per Generali Italia.
Per le imprese estensione gratuita della copertura in caso di chiusura dell’attività
Sul fronte imprese, per tutti gli assicurati di Generali Italia con polizze Commercio in corso, che prevedono la diaria di interruzione d’esercizio, è stata prevista, per un periodo di tre mesi, l’estensione gratuita della copertura nel caso di chiusura totale degli esercizi commerciali operanti nei territori disposta dall’Autorità, come misura di prevenzione Covid-19.
Queste iniziative per le famiglie e le imprese saranno estese anche ai nuovi clienti e sempre in forma gratuita per tutti i contratti sottoscritti nei prossimi tre mesi.
Al via nuova campagna di informazione
Oltre a queste iniziative, da oggi Generali Italia avvia una campagna per informare i clienti sui servizi e le garanzie delle sue soluzioni dedicate a privati, professionisti e imprese nel contesto del Coronavirus. In particolare Generali Italia prevede:
- Consulto medico: con le soluzioni Immagina Benessere, Generali Sei in Salute-Alta Protezione e nei servizi dedicati di Immagina Futuro, i medici sono disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per una prima consulenza via telefono o via App (con la App My Generali dedicata a Immagina Benessere), senza che i clienti abbiano la necessità di doversi spostare dalla propria abitazione.
- Rimborso spese mediche in caso di ricovero: con Generali Sei in Salute-Alta Protezione, dedicato ai clienti, e GeneraSalute, dedicato alle aziende che scelgono una protezione Welfare per i propri dipendenti, è previsto il rimborso delle spese sostenute in caso di ricovero.
- Indennizzo in caso di conseguenze sulla salute: per alcune opzioni di Immagina Benessere il cliente può ricevere un importo o, nei casi più critici, una rendita vitalizia qualora la malattia dovesse provocare un’invalidità permanente.
Tutela economica del nucleo familiare, in continuità: con ogni soluzione Lungavita TCM e Generali Smart Life, è possibile tutelare i propri cari attraverso un capitale che possa garantire il proseguimento dei progetti familiari, anche nelle eventualità più imprevedibili. Malattie infettive e polmonite sono coperte dal primo giorno di validità della polizza.