L’impresa dei macinacaffè adotta un ricercatore di Banca degli Occhi

Un imprenditore del settore dei macinacaffé professionali sceglie di investire in terapia cellulare “assumendo” un ricercatore.  Accade a Venezia, dove si producono macchine da caffè made in Veneto: qui  la nuova generazione di giovani imprenditori della Fiorenzato Srl ha scelto di guardare più in là delle proprie linee produttive, sostenendo con un’azione benefica il lavoro innovativo di un ricercatore di Fondazione Banca degli Occhi.

Più che una semplice donazione, l’idea della Fiorenzato è un vero e proprio “investimento etico” messo in pratica a sostegno di un ente di ricerca del territorio, la Banca degli Occhi, a vantaggio della collettività. In particolare, un gesto a sostegno di un progetto innovativo che mira alla creazione in laboratorio di uno strato della cornea attraverso la terapia cellulare, come terapia innovativa per i pazienti affetti da distrofie corneali, ampiamente diffuse.

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Come è nata l’idea? Da una normale visita in ambulatorio. Un incontro quasi casuale. Da un lato Mattia Oddera, titolare insieme ai due fratelli Christian e Manuel della Fiorenzato Srl, azienda storica di S. Maria di Sala (VE) nel settore della produzione di macinacaffè e macinadosatori professionali, che distribuisce il proprio brand in più di 70 Paesi. Dall’altro Mattia Lamon, giovane biologo padovano impegnato sul fronte della ricerca ed in particolare della terapia cellulare, inserito grazie al progetto Fiorenzato nel team di ricerca della Fondazione.

“Recandomi nella sede di Fondazione Banca degli Occhi per un problema oculare personale, mi sono trovato immerso in questa realtà dove ai pazienti che attendono una visita per una patologia oculare si mescolano spesso ricercatori intenti a trovare soluzioni innovative per chi soffre di quelle stesse malattie. Tra pazienti e ricercatori c’era solo un piano di scale” racconta Mattia Oddera.

“Io e mio padre, notando questa sinergia, abbiamo chiesto di conoscere alcuni dei ricercatori e il loro lavoro, da lì è nata l’idea. Abbiamo pensato che anche noi, come realtà produttiva del territorio, potevamo fare qualcosa per questo ente di ricerca veneziano di respiro internazionale”.

L’IMPRENDITORE E IL RICERCATORE. Da lì a qualche mese la nascita del progetto: Fiorenzato ha sostenuto un anno di lavoro “adottando” il ricercatore Mattia Lamon. “Abbiamo voluto conoscere Mattia, abbiamo visitato il suo laboratorio, abbiamo sentito dalla sua voce il progetto su cui sta lavorando e abbiamo deciso di proseguire con questo “investimento”. Un progetto che proprio in questi giorni ha portato anche a una pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale “Cell and Tissue Banking”, punto di riferimento per quanti si occupano di trapianti di cellule e tessuti con metodi avanzati.

Lo studio “si inserisce nel filone di ricerca di Fondazione Banca degli Occhi volto a studiare le applicazioni della terapia cellulare al trapianto di cornea” sintetizza il ricercatore Lamon. “Una delle più frequenti cause che portano al trapianto è riconducibile alle distrofie oculari ed in particolare alla distrofia di Fuchs, una patologia che colpisce uno degli strati interni della cornea, curata ad oggi con il solo trapianto di tessuto da donatore. Il mio progetto – continua Mattia Lamon – mira invece a ricostruire lo strato malato della cornea del paziente moltiplicandone le cellule attraverso la terapia cellulare. Una porzione di tessuto malato appartenente al paziente stesso potrebbe essere sufficiente per rigenerare un intero strato corneale (chiamato endotelio). L’innesto di cellule autologhe azzera inoltre il rischio di rigetto che resta sempre e comunque un effetto collaterale possibile nel trapianto di cornea”.

Lo scorso 8 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale della Vista. In un recente articolo, è stato calcolato che nel 2012 sono stati effettuati 185.000 interventi di trapianto di cornee in 116 Paesi, ma che le richieste di tali interventi sono circa 12,7 milioni. Con questo nuovo approccio terapeutico, ossia la rigenerazione dell’endotelio corneale a partire da cellule e non da tessuti, si potrebbe dunque colmare questo enorme gap ancora presente in molti paesi.

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DAL CAFFÈ LA RESPONSABILITÀ SOCIALE. Fiorenzato non è nuova a progetti in campo di Responsabilità Sociale d’Impresa. In quanto realtà produttiva profondamente radicata nel territorio, Fiorenzato ha intrapreso un percorso diretto ad allineare sempre meglio le attività aziendali a un concetto esteso di sostenibilità (ambientale, sociale ed economica). L’Azienda ha già aggiornato i protocolli di sicurezza e tutela della salute per i dipendenti del moderno stabilimento di Santa Maria di Sala. Inoltre, è in fase avanzata l’installazione di un impianto fotovoltaico che permetterà di produrre – entro fine 2020 – il 75% dei macinacaffè, riducendo così la dipendenza dalle fonti energetiche fossili e, di conseguenza, le emissioni di CO2 nell’atmosfera.

  • Maurizio |

    Bella iniziativa da divulgare e proliferare

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