Crowd che cosa? La prima volta che ne hanno parlato pubblicamente, i funzionari di lvh.apa Confartigianato Imprese Alto Adige hanno trovato solo incredulità. Era il 2016, e l’associazione si era mossa quasi da pioniera per cercare nuovi modi di portare sul mercato le idee delle piccole imprese. Il crowdfunding, ad esempio, ovvero la raccolta collettiva.
(in foto il Kapl, ne parliamo più sotto)
«Già da qualche anno avevamo creato una piattaforma di open innovation, cioè di progettazione allargata ai cittadini, non chiusa in una stanza – spiegano al servizio Innovazione e nuovi mercati – Il passaggio successivo era passare dalla fase di realizzazione del prototipo al mercato, facilitando questo processo». Oggi la piattaforma Crowdfunding Alto Adige è diventata un motore di innovazione.
Il sistema è quello del “tutto o niente”: se non viene raccolta la somma prestabilita, quanto raccolto viene restituito ai donatori che hanno opzionato il prodotto in una sorta di prevendita: un modo per far concentrare le aziende sulla fattibilità, i costi e il numero minimo di pezzi sostenibile. Fra i vantaggi ci sono la possibilità di svolgere analisi di mercato, trovare nuovi clienti, aumentare la propria visibilità.
Crowdfunding Alto Adige è volutamente una piattaforma strettamente locale: «Questo significa che mostriamo solo idee di aziende altoatesine e che le persone che forniranno il proprio supporto provengono da Paesi di lingua tedesca e italiana. Abbiamo consapevolmente deciso di istituire una propria piattaforma di crowdfunding: anche se ne esistono già molte nazionali o internazionali, siamo gli unici in grado di rispondere alle esigenze locali», spiega il presidente Martin Haller.
Un esempio di successo, che si è guadagnato un invito dall’Università di Harvard, Boston, dove tre anni fa il modello altoatesino si è presentato. Fra i primi progetti a sperimentare la piattaforma altoatesina il Kraxl-Board Rock (in foto), che fa parte di una serie di attrezzature di allenamento in legno per gli appassionati di arrampicata che vogliono prepararsi anche in casa all’arrampicata all’aperto. Una serie di diverse lavorazioni offrono una varietà di esercizi per migliorare la presa e la forza delle dita, varie possibilità di allenamento, e permettono agli scalatori di tutti i livelli di dare del proprio meglio. Una iniziativa del maestro falegname Georg Oberrauch, allenatore di fitness part-time e appassionato di sport, in collaborazione con l’appassionato di alpinismo estremo Simon Gietl.
Oberrauch riferisce di effetti a lungo termine della sua campagna (conclusa a quota 110%): «Prima di tutto, c’è stato un impulso finanziario che mi ha permesso di sviluppare ulteriormente il prodotto e ancora oggi vendo molto bene il risultato. Nel corso della campagna di crowdfunding ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con molte persone interessanti, tra l’altro è stata avviata una collaborazione con la società Stubai, resa possibile da un’iniziativa di lvh.apa. Grazie all’effetto marketing del crowdfunding, ho raggiunto una portata molto ampia e ancora oggi vengo contattato in merito».
Un altro progetto di successo è “Foglie di luce”: foglie, resina organica e lavoro a mano sono questi i tre ingredienti che Jasmin Castagnaro ha scelto per realizzare lampade a sospensione che portano la natura in ogni soggiorno: una idea nata durante una passeggiata autunnale a Bressanone. Oggi la designer industriale, che ha studiato alla Libera Università di Bolzano e poi ha lavorato per cinque anni per diversi studi, gestisce il proprio brand: MIYUCA. L’idea ha raccolto il 119% del traguardo stabilito (10mila euro).
Un vero botto è quello del progetto (finanziato al 402%, con 20.130 euro) di KAPL, «probabilmente il cappellino in legno più stiloso al mondo e anche sostenibile» come si legge nella sua presentazione. Realizzato completamente a mano in legno di noce o ciliegio, ha il motivo a rete inciso al laser nel legno. Il rivestimento interno in pelle sintetica garantisce il massimo comfort. Prodotto in Val Gardena, il KAPL combina artigianato tradizionale e design di moda. L’idea di base è stata una scultura in legno intagliata a forma di berretto dallo scultore gardenese Christian Plancker, che l’ha sviluppata insieme all’amico Michael Senoner.
Finanziato al 206% anche il negozio di Claudio Dellantonio, che ha bandito la plastica dal suo BioBazar, il primo negozio certificato come biologico della Val Pusteria: tutti i suoi prodotti possono essere acquistati qui senza imballaggio. Fra le ultime, si è conclusa dopo sei settimane la campagna del Salone Alexander di Bressanone: il Maestro acconciatore Alexander Trenkwalder – 35 anni di esperienza nel mondo dell’acconciatura – ha raccolto 5.955 euro, arrivando al 119% della somma prefissata: serviranno a realizzare il sogno di dar vita ad una propria linea di prodotti. I fondi consentiranno di commercializzare la linea e coprire una parte dei costi di produzione.