Gomitoli per migliorare il mondo: le coperte a memoria di Maria (e le altre)

Una coperta è un oggetto caldo, premuroso: donarla significa trasmettere cura, e conforto.
Sempre più spesso le coperte fatte a mano, magari aggiungendo un quadratino alla volta, diventano anche un modo per sostenere buone cause.

La memoria di Maria

L’ultima storia è quella di nonna Maria, che sta passando un periodo difficile: la sua salute è un po’ fragile, e purtroppo da qualche tempo non ci vede. Ha 82 anni, e chi le è vicino ha autorizzato a raccontare la sua storia e mostrare le immagini del lavoro che ha fatto.
Maria ha scelto di essere ancora in amorevole servizio alla Vita, provando ad aiutare chi ha bisogno secondo le sue possibilità. E così, lavora a maglia per fare coperte. Le fa a memoria, contando i punti, dato che gli occhi non la possono aiutare. Coperte per umani e per animali, da donare a chi ha freddo o da vendere per beneficenza”.
Maria, insieme alla figlia Anita – hanno deciso di donare a Odino and Family  – Una pagina Facebook che racconta di Gatto Odino e della sua famiglia felina e umana – uno scatolone pieno di coperte e copertine di varie dimensioni, che sono in vendita da sabato 11 febbraio.
Il ricavato verrà diviso a metà fra due associazioni che si occupano di animali: il Canile Enpa di Arzignano e il rifugio  Oipa Treviso.   L’eventuale invenduto verrà donato alle stesse associazioni.
Perché citando “Il Signore degli Anelli” , anche la creatura più piccola può cambiare il corso del futuro.

La valigia di Caterina

Proprio a fine gennaio l’iniziativa Viva Vittoria (nata a Brescia nel 2015) targata Vicenza, volta a raccogliere fondi attraverso la realizzazione di una grande opera relazionale condivisa, si è conclusa con un eccezionale ricavato di oltre 53mila euro a favore dell’associazione Donna Chiama Donna per il progetto “La valigia di Caterina”, che affianca le donne che escono dal Centro antiviolenza nella difficile fase della ripartenza.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Sono state 2.200 le coperte acquistate in cambio di una donazione nella due giorni dedicata all’iniziativa del 19 e 20 novembre 2022, che ha visto il 19 novembre l’intera piazza dei Signori ricoperta di un tappeto colorato composto da migliaia di quadrati realizzati da volontarie e volontari nei mesi precedenti.

La consegna dell’assegno è avvenuta alla casa di Viva Vittoria, in contra’ del Monte 10, alla presenza di Roberta Albiero, assessore al patrimonio del Comune di Vicenza, di Carla Spessato, coordinatrice del progetto per la città di Vicenza attraverso l’associazione Come un Incantesimo, e di Laura Zanichelli, vicepresidente del Donna chiama Donna, e di rappresentanti del gruppo promotore che ha portato a Vicenza l’iniziativa, .

La valigia di Caterina è un progetto rivolto alla fase in cui le donne non sono più seguite dagli enti pubblici, mentre le necessità di una donna che sceglie di ‘ripartire da sé’ affrancandosi da una situazione di violenza sono moltissime.

Le coperte sono state realizzate cucendo tra loro, a quattro a quattro e con il filo rosso donato dall’associazione Viva Vittoria, gli oltre 8mila quadrati, di 50 centimetri per 50, lavorati ai ferri o all’uncinetto da oltre 3mila  cittadini e cittadine nel corso degli scorsi mesi. A ospitare il lavoro dei volontari è stato lo spazio in contra’ del Monte, messo a disposizione dall’assessorato comunale al patrimonio e divenuto per alcuni mesi la casa di Viva Vittoria.

L’intero ricavato sarà ora devoluto all’associazione Donna chiama donna che proporrà la partenza di “valigie”, cioè impegni di spesa per i diversi bisogni delle donne sostenute dall’associazione, già seguite dal Centro antiviolenza, gestito per conto del Comune di Vicenza da Donna chiama Donna.

I quattro pilastri su cui poggia il progetto “La valigia di Caterina” sono legati alle principali necessità prospettate dalle donne che cercano una difficile e nuova autonomia una volta uscite dal circuito della violenza: casa, lavoro, figli e salute. Fra le necessità delle donne sono, ad esempio, i pagamenti di affitti, di spese per utenze, visite mediche, spese per i figli.

Il gruppo di lavoro che assicura la cernita delle necessità e l’assegnazione dei contributi è formato da un rappresentante del Comune per il Centro antiviolenza, un rappresentante dell’associazione Donna chiama donna e un delegato del Lions, l’associazione che ha consentito con una prima donazione la partenza del progetto “La valigia di Caterina”.

Contro la violenza

Lo scorso novembre, una distesa lunga quasi 1000 metri, fatta di coperte in lana realizzate a mano, legate tra loro da un filo rosso che ha unito il lavoro delle tante mani che le hanno prodotte in un forte messaggio contro la violenza di genere, ha coperto il centro storico di Treviso.

Era l’evento conclusivo di Viva Vittoria, il progetto che ha visto centinaia di volontarie impegnate a produrre, ai ferri e a uncinetto, circa 5000 quadrati di lana di 50 x 50 cm, assemblati tra loro in oltre 2000 coperte da 100 x 100 cm, esposte come un enorme tappeto colorato lungo i passeggi delle Mura, nel tratto compreso tra il Bastione San Marco e Porta Frà Giocondo.

Un lavoro durato mesi e messo a disposizione della città, come un’installazione artistica, per lanciare un messaggio contro la violenza sulle donne e raccogliere fondi per sostenere i progetti di due realtà, Centro Antiviolenza Telefono Rosa di Treviso e Casa Rifugio CasaLUNA del Comune di Treviso, impegnate a contrastare il fenomeno nel territorio.

Tantissime le persone che, nel corso della giornata, passeggiando lungo le Mura hanno contribuito al progetto, riscattando una coperta in cambio di una donazione, il cui ricavato serve a finanziare progetti a sostegno di donne vittime di abusi. «Sono 170 le donne che nel corso di quest’anno si sono rivolte al Centro Antiviolenza – ha spiegato Rita Giannetti, presidente di Telefono Rosa Treviso – Un numero, in linea con quello dell’anno scorso, che purtroppo evidenzia una sostanziale stabilità del fenomeno e, soprattutto, come questo non scenda sotto una certa soglia: per ridurlo più efficacemente è necessario favorire un cambiamento culturale e, grazie ai fondi raccolti da Viva Vittoria, la nostra associazione si impegnerà nella sensibilizzazione delle nuove generazioni, attraverso interventi nelle scuole mirati a trasferire la cultura della diversità e del rispetto dell’altro sesso».

«Quest’anno la casa rifugio ha dato accoglienza a 5 donne e 4 minori, 22 donne e 19 minori per il dispositivo di pronta accoglienza – afferma Claudia Ceccarello, coordinatrice di Casa Rifugio CasaLUNA del Comune di Treviso – Sono numeri purtroppo in crescita, ma indicano anche che le donne stanno chiedendo aiuto. All’interno della casa rifugio costruiremo una ludoteca dedicata all’accoglienza dei minori, per rendere un po’ più confortevole il loro ingresso: lo faremo grazie ai fondi raccolti da Viva Vittoria, iniziativa cui siamo grate non solo noi, ma soprattutto i bambini e le mamme vittime di abusi».

«La bellezza di questa iniziativa sta nella sua capacità di creare connessioni tra persone di generazioni, estrazione sociale, provenienze diverse e attivare così una grande rete di solidarietà, anche oltre i confini della provincia di Treviso», ha aggiunto Rosa De Filippo, presidente di “UP – I Sogni fuori dal cassetto”, associazione che ha coordinato il progetto Viva Vittoria Treviso. «Tra le coperte esposte sulle Mura, ad esempio, ce ne erano circa 350 pervenute da Viva Vittoria Aosta, il cui ricavato sarà destinato a quel territorio. E molti quadrati di lana ci sono arrivati addirittura da Slovenia, Polonia, Israele, da persone che, di passaggio a Treviso, hanno scoperto lo spazio cucitura allestito all’ex Sommariva, facendo la conoscenza di Viva Vittoria e decidendo così di contribuire al progetto».