Lavori di pubblica utilità in tribunale per chi viola il Codice della strada

È stata sottoscritta oggi, 23 giugno 2023, nell’aula della Corte di assise del palazzo di Giustizia di Venezia, una convenzione tra il Tribunale di Venezia, l’ufficio interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Venezia (UIEPE) e l’associazione Familiari e Vittime della Strada (AFVS) che prevede lo svolgimento di lavori di pubblica utilità all’interno degli uffici giudiziari da parte di imputati per violazione del codice della strada. Si tratta di un’iniziativa dalla forte valenza simbolica, che vuole sensibilizzare su una tematica molto attuale quale la sicurezza sulla strada, come dimostrato dai recenti incidenti mortali.

La convenzione ricade nell’ambito del progetto “La Giustizia Riparativa per la Giustizia”, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della giustizia, e sottoscrive l’impegno del Tribunale di Venezia ad accettare all’interno dei suoi uffici giudiziari fino a 20 imputati, con l’obiettivo di far loro svolgere dei lavori di pubblica utilità sia come contenuto della messa alla prova, sia come sanzione sostitutiva così da rafforzare negli autori di reato sentimenti di legalità. Nello specifico, gli utenti saranno impiegati in attività di supporto al personale di ruolo dell’amministrazione giudiziaria, in particolare nella sistemazione archivio, movimentazione materiale librario, documenti, oggetti e fascicoli; fotocopiatura di atti amministrativi, fascicolazione copie, ricerca e ritiro di atti di archivio. 

Ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione del progetto, già avviato in altre città italiane, il consigliere con delega all’Avvocatura civica, Paolo Romor. Sono inoltre intervenuti il presidente del Tribunale Ordinario, Salvatore Laganà, il direttore dell’ufficio interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna, Ottavio Casarano, e il delegato di presidenza dell’associazione Familiari e Vittime della Strada (AFVS), Silvia Frisina, mentre erano presenti il prefetto di Venezia, Michele di Bari, il comandante dei Carabinieri di Venezia, Nicola Conforti e altre autorità cittadine. “Il progetto ha come obiettivo quello di inserire gli utenti in carico alla nostra associazione per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità”, ha spiegato il delegato di Presidenza dell’AFVS, Silvia Frisina. “In questo modo si favorisce la comprensione della dimensione sociale e relazionale dei fatti illeciti perché il reato è un danno anche nei confronti della collettività oltre che delle vittime. Tali attività svolte, in un luogo simbolo, possono amplificare la consapevolezza di quanto commesso”. 

“La convenzione si inserisce in un’ottica di giustizia di comunità – ha invece aggiunto il direttore dell’UIEPE di Venezia, Ottavio Casarano – dove la responsabilizzazione delle persone che commettono reati (o hanno il procedimento penale sospeso, come nel caso della Messa alla Prova) ed il loro reinserimento sociale possono essere realizzati solo con la loro partecipazione attiva, grazie alle opportunità che la comunità stessa mette a disposizione. Allo stesso tempo, la collettività ha un ritorno fattivo e positivo dall’esecuzione della pena”. 

“Un’interessante iniziativa che rappresenta un significativo passo avanti nel campo della giustizia riparativa”, ha dichiarato il consigliere Romor. “È sempre bene ricordare che nel momento in cui si pongono in essere dei reati legati alla circolazione dei veicoli, scattano dei procedimenti penali e quindi delle pene. Il fatto che questo lavoro di pubblica utilità venga svolto presso il tribunale in qualche modo chiude un cerchio riparativo, perché chi ha violato la legge commettendo dei reati alla circolazione stradale in qualche modo contribuisce al buon funzionamento della giustizia”, ha concluso. 

Oltre ai reati in violazione al codice della strada, ai quali verrà data priorità, la convenzione è aperta a tutte le tipologie di reato previste dalla normativa per la messa alla prova e per il lavoro di pubblica utilità sostitutivo. Le prestazioni di lavoro di pubblica utilità inerenti alla specifica competenza e professionalità del soggetto, non riguarderanno in nessun caso i compiti istituzionali dell’autorità giudiziaria, né andranno a sostituire i compiti degli operatori, non avendo altro scopo se non quello concreto e simbolico della partecipazione del destinatario ad attività di utilità pubblica.  

II Tribunale di Venezia si impegna così a favorire un percorso educativo e formativo degli utenti che attraverso il reato hanno violato il patto con la collettività; l’UIEPE di Venezia si impegna a valutare l’opportunità dello svolgimento del lavoro di pubblica utilità degli utenti che ne faranno richiesta presso gli uffici giudiziari e infine l’AFVS si impegna ad inserire i propri utenti nel percorso riparativo di concerto con Tribunale ed UIEPE al fine di valorizzare un contatto effettivo con la legalità rappresentato dall’istituzione giudiziaria.

 

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