Cento anni di Politecnico Calzaturiero, ha formato 9 imprenditori su 10

Il 90% degli imprenditori del Distretto calzaturiero, ha frequentato la scuola modellisti: è solo uno dei primati del Politecnico Calzaturiero di Vigonza, a cavallo tra le province di Padova e Venezia, nel cuore della Riviera del Brenta. Il 30 settembre si contano cento anni fa della Scuola di disegno per arti e mestieri – nata per iniziativa di alcuni pionieri – dalla quale discende l’attuale Politecnico.

Fondata nel 1923, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, la Scuola poneva al centro la formazione delle maestranze del territorio. A un secolo di distanza, il Politecnico parla la lingua universale della moda, dell’alta artigianalità e prepara specialisti della calzatura, della pelletteria e della maglieria provenienti da tutto il Paese. Al termine del percorso di studi, i giovani professionisti trovano infatti impiego nelle più prestigiose aziende d’Italia e del mondo.

A questa realtà, che rappresenta una delle più significative esperienze formative d’Italia, sabato 30 settembre sarà dedicato un evento esclusivo nella cornice di Villa Foscarini Rossi, a Stra. Dopo la tradizionale consegna dei diplomi agli studenti del Politecnico  Calzaturiero, a partire dalle ore 18 si terrà la cerimonia dedicata al centenario della Scuola di disegno per arti e mestieri alla presenza di Istituzioni, rappresentanti delle Associazioni di Categoria, imprenditori e alunni legati alla storia del polo di formazione e innovazione del Distretto.

La storia

La Scuola di disegno per arti e mestieri nacque nel 1923 su iniziativa dell’Associazione Nazionale Combattenti della sezione di Stra, per volontà del Presidente Antonio Calzavara. Fondata con l’intento di aiutare i figli dei reduci e dei caduti, che diversamente non avrebbero potuto permettersi un’istruzione adeguata, fu intitolata a Ottorino Tombolan Fava, caduto nella battaglia del Piave e medaglia d’oro al valore militare. Tra i principali finanziatori dell’iniziativa Luigi Voltan, pioniere dell’industria calzaturiera brentana. Fu lui a concedere a Calzavara i fondi necessari per avviare la Scuola che originariamente preparava calzaturieri ma anche falegnami, ebanisti, intagliatori, pittori, decoratori, costruttori, cementisti, meccanici e sarti.

In seguito, a partire dagli anni Trenta, si specializzò nella formazione di calzolai e tagliatori considerato il positivo sviluppo economico che stava vivendo il Distretto e l’interesse, da parte di molti operai, di rendersi autonomi per aprire i propri laboratori. Con l’evoluzione di questa realtà nella Scuola Modellisti Calzaturieri, e successivamente nel Consorzio Centro Veneto Calzaturiero (1987), il Distretto iniziò ad elevare sempre più la qualità dei propri prodotti e attivò una serie di collaborazioni con aziende ed Enti nazionali e internazionali.

Erede di questa lunga tradizione, il Politecnico Calzaturiero ha assunto la forma giuridica attuale nel 2001 grazie all’accordo tra ACRiB (Associazione Calzaturieri della Riviera del Brenta), Veneto Innovazione, ANCI (oggi Assocalzaturifici), Cassa di Risparmio di Venezia, Province di Venezia e
Padova, Associazione Artigiani di Dolo e CNA Rovigo. Protagonista dalla metà degli anni Novanta della riqualificazione dei lavoratori e della formazione delle nuove maestranze, ha supportato il processo di riposizionamento del Distretto, rendendolo particolarmente attrattivo per i grandi brand della moda. Oggi lo stretto legame della struttura con le imprese del territorio, l’offerta didattica che vede protagonisti docenti ed esperti provenienti da aziende leader mondiali, la rete internazionale di scuole e centri di ricerca rendono la struttura un’eccellenza nell’ambito della formazione tecnico-professionale, della ricerca e del trasferimento tecnologico a favore del
comparto.

Attiva da quasi un secolo, la scuola nell’ultimo decennio ha assegnato oltre 600 diplomi. La struttura forma ogni anno 1000 lavoratori e 300 ragazzi, con un’elevatissima percentuale di inserimento nel mondo del lavoro. Il 95% degli studenti, infatti, trova impiego prima di terminare gli studi.

Come si accede? Questo è uno schema dei percorsi e dei requisiti.

Per quanto riguarda l’anno in corso, le iscrizioni ai percorsi formativi nel loro complesso hanno registrato un deciso incremento, se si considera che nel solo primo semestre del 2023 il Politecnico ha raggiunto e superato il numero di iscrizioni totalizzate nel corso dell’intero 2022. È l’esito di una strategia che vuole integrare l’offerta formativa, tradizionalmente focalizzata sul settore calzaturiero, con nuove proposte legate alla pelletteria e alla maglieria.

Vale come esempio l’iniziativa realizzata in collaborazione con l’ITS Cosmo per preparare i Coordinatori delle Collezioni moda di prodotti in pelle, così come i 3 nuovi corsi dedicati alla maglieria attivati dall’inizio del 2023. Insieme all’evoluzione della proposta formativa, il Politecnico Calzaturiero nell’ultimo anno ha investito sull’ammodernamento della propria struttura: dal rifacimento della facciata, all’ampliamento dei laboratori di orlatura e montaggio, alla creazione di un’aula dedicata al esclusivamente all’attività di finissaggio.

Gli spazi sono stati inoltre dotati di nuovi macchinari, tra i quali: premonta, scarnitrice, avvita tacchi, pressa suole, forno, soffione e macchine da cucire a
colonna.

Le voci

“Il Distretto della Riviera del Brenta, che si relaziona quotidianamente con i grandi brand del lusso, è naturalmente vocato ad un approccio raffinato e sistemico – dichiara il presidente del Politecnico Calzaturiero Franco Ballin. Per questo, forti della nostra esperienza e credibilità nel settore della calzatura, puntiamo a formare le migliori maestranze del made in Italy nel più vasto ambito della moda. Per farlo abbiamo bisogno di spazi e strumenti
adeguati e, con questo intento, in occasione del Centenario della Scuola abbiamo investito sull’ammodernamento della struttura per poter guardare al futuro con ancor maggiore fiducia”.

“A cento anni dalla nascita della Scuola di disegno per arti e mestieri, possiamo confermare la bontà di quell’intuizione – commenta Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria VE-RO –  I fondatori hanno saputo soddisfare le esigenze occupazionali del momento e preparare le professionalità che hanno consentito la successiva crescita del Distretto. Oggi il Politecnico funge da polo di formazione, innovazione e trasferimento tecnologico riconosciuto in Italia e nel mondo. Per tali ragioni il nostro territorio deve continuare a credere in questa realtà d’eccellenza e intensificare sempre più le sinergie in grado di favorirne un ulteriore sviluppo”.

 

Si parla di #GiovaniaNordest. Potrebbe interessarti anche:

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