Una targa con la scritta “Questo è un locale senza slot! L’amministrazione comunale ringrazia”, assegnata dal Comune di Venezia ai gestori di pubblici esercizi che decidono di rinunciare ai videogiochi.
L’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, ha ringraziare personalmente, questo pomeriggio, a nome anche di tutta l’Amministrazione comunale, Franco Zane e la moglie Simona, che hanno deciso recentemente di togliere le slot machine dal loro locale, in via Miranese a Mestre.
Un ringraziamento accompagnato proprio da un segno tangibile dono, la targa che ora potrà essere esposta all’interno dell’esercizio.
“Contiamo sia la prima – ha sottolineato Venturini – di tante. Abbiamo infatti deciso di regalarne una a tutti i titolari dei locali che non hanno slot machine, o hanno deciso di eliminarle: nelle prossime settimane forniremo tutte le indicazioni necessarie per richiederla. Sono gesti importanti che meritano di essere riconosciuti, segnalati e ringraziati: anche in questo modo si combatte quella che ormai è una vera piaga sociale.”
“La nostra – ha spiegato Franco Zane – è stata una scelta di ‘vita’, che abbiamo ponderato e voluto fare, pur sapendo di rinunciare ad un guadagno ‘facile’. Ma va bene così: preferiamo che i nostri clienti spendano piuttosto questi soldi bevendo un buon aperitivo o degustando qualcuna delle nostre specialità”.
Non è il primo comune a fare una scelta in questo senso: nel settembre 2017, ad esempio, il Comune di Vicenza ha approvato una delibera per inasprire (di fatto quintuplicandola) la sanzione pecuniaria amministrativa per i pubblici esercizi che non rispettavano gli orari di funzionamento degli apparecchi per il gioco lecito con vincita in denaro, da 50 a 250 euro.
Provvedimenti che si intrecciano a storie e scelte personali, come quelle di chi ha tolto le apparecchiature dal bar che ha acquistato e rilanciato, per fare posto a una stanza giochi.
Il caso Treviso
E c’è una intera provincia in prima fila: è quella di Treviso, da anni in prima linea sul contrasto alle ludopatie e al gioco d’azzardo patologico, grazie al lavoro intenso fatto dall’Associazione dei Comuni della Marca Trevigiana, che nel 2017 ha elaborato e fatto sottoscrivere ai primi cittadini il “Manifesto dei sindaci della Marca Trevigiana per l’attuazione di azioni di prevenzione del fenomeno del gioco d’azzardo e della ludo dipendenza” con lo scopo di creare, attraverso la sua approvazione nei consigli comunali o nelle giunte, un fronte comune a contenimento di un fenomeno sociale in allarmante crescita e a difesa dei soggetti più deboli.
I Sindaci, attraverso quel Manifesto, chiedevano che venisse approvata una legge nazionale per la riduzione dell’offerta e il contenimento degli accessi e leggi regionali sulla cura dei giocatori patologici e a sostegno delle iniziative degli enti locali; di poter avere potere di ordinanza sugli orari di apertura delle sale gioco e sulle distanze dai luoghi sensibili (scuole, oratori, centri sportivi…); di poter avere parere preventivo e vincolante sull’installazione di apparecchi di intrattenimento.
A seguito di quella campagna di sensibilizzazione, molti Comuni della Marca Trevigiana hanno già approvato il regolamento e la relativa ordinanza (su schemi preparati dall’Associazione Comuni) per regolamentare l’accesso alle sale giochi, sale videolottery (VLT), sale scommesse.
Tra i primi ad aver creduto in questa battaglia, con iniziative intraprese già dal 2015, è stato il Comune di San Fior, che vanta anche la vittoria al TAR nei confronti di un privato che aveva fatto ricorso contro l’ordinanza che limita gli orari di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro.
Da questa esperienza è nato il disegno di legge nazionale con prima firmataria la senatrice trevigiana Sonia Fregolent.