Belluno, accordo con gli industriali per portare lavoro nel carcere

Il Carcere di Padova sforna dolci, panettoni e colombe da premio; quello di Venezia (femminile) taglia e cuce alta moda, mentre nel 2013 nel carcere maschile di Santa Maria Maggiore sempre di Venezia, sull’onda dell’esperienza che ha coinvolto alcuni detenuti coordinati da un educatore, per dare continuità all’inserimento lavorativo dei detenuti, è nato un laboratorio di riciclo PVC esterno al carcere: con il marchio le Malefatte produce borse e accessori (anche il modello Evasione).

Il lavoro in carcere – si è detto in uno dei pochi convegni dedicati alle imprese “belle dentro”, cioè al lavoro in carcere – serve a dare a chi sta scontando una pena la possibilità di guadagnarsi uno stipendio, aiutare la famiglia, concedersi libri o sigarette, e soprattutto non avere bisogno di chiedere aiuto – un aiuto spesso a doppio taglio – una volta fuori, nel momento di maggiore fragilità. E diminuisce le recidive.

Carcere e lavoro è un binomio che – anche grazie a Confindustria Belluno Dolomiti – non è più tabù anche nella provincia bellunese. Entra infatti nella sua piena operatività la collaborazione tra l’Associazione degli industriali bellunesi e la Casa circondariale del capoluogo all’interno del Progetto per il Sociale.

Dopo un seminario rivolto alle aziende associate – incentrato sulle opportunità di una tale sinergia che si è svolto nei mesi scorsi – martedì 18 aprile si parte con un vero e proprio percorso di formazione, che darà ai detenuti partecipanti la possibilità di apprendere alcune nozioni base per inserirsi nel mondo del lavoro una volta terminato il periodo della pena detentiva.

Il progetto è suddiviso in due momenti. Nel primo i corsisti impareranno a predisporre il proprio curriculum vitae e a sostenere un colloquio di lavoro, grazie alla collaborazione di tre importanti aziende del territorio che, con dei loro rappresentanti, entreranno nell’Istituto penitenziario di Baldenich per incontrare i detenuti: si tratta di Ceramica Dolomite SpA, Epta Spa e Sest Spa. Il secondo momento formativo sarà dedicato ai temi della sicurezza a cura di Able, che rilascerà un apposito attestato.

L’inclusione è un valore, per questo siamo molto orgogliosi di questa iniziativa e dell’interesse dimostrato dalle aziende del territorio, al di là di ogni pregiudizio e stereotipo”, afferma Flavio Mares, delegato al sociale di Confindustria Belluno Dolomiti. La proposta formativa rientra nel più ampio “Progetto per il Sociale” lanciato da Confindustria Belluno Dolomiti con una delega specifica affidata allo stesso Mares dalla presidente Lorraine Berton.

“Quando diciamo che nessuno deve essere lasciato indietro, intendiamo proprio questo. A tutte e a tutti deve essere concessa una possibilità e il lavoro è l’unico strumento per emanciparsi e crescere insieme”, prosegue il delegato al sociale. “Con il nostro progetto abbiamo toccato in questi anni diversi ambiti, dalla necessità di misure sempre più a misura di famiglia alla violenza di genere, intollerabile in una società che si voglia dire matura e civile. Abbiamo favorito anche l’inserimento di tante persone con disabilità, sostenendo la nascita e lo sviluppo della figura del “disability manager”. Siamo convinti che un’azienda davvero inclusiva possa fare la differenza per l’individuo e la collettività”.

Ora il nuovo tassello con il coinvolgimento dei detenuti. “Ogni risorsa è preziosa. Il talento può nascondersi ovunque; dobbiamo solo superare degli steccati mentali. Dobbiamo guardare al carcere come a una fabbrica “non convenzionale”, un luogo dove sviluppare esperienze e opportunità. Il lavoro è uno strumento di dignità e la dignità è di tutti. Ringrazio Tiziana Paolini, direttrice della casa circondariale di Belluno, e Lina Battipaglia, capo dell’area educativa. Penso che insieme abbiamo lanciato un segnale importante, prima di tutto di civiltà”, conclude Mares.

Dal canto suo, la direttrice della casa circondariale di Belluno Tiziana Paolini ringrazia “Confindustria per l’opportunità offerta ai detenuti della Casa Circondariale di Belluno, auspicando che l’iniziativa possa avere successivi sbocchi nel mondo lavorativo del territorio”.

Si parla di #InnovazioneSociale e #Inclusione. Potrebbero interessarti anche:

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(foto Malefatte Veneziapasticceria del carcere di Padova)